Quando penso all’estate.
Se potessimo dare corpo e forma al nostro concetto personale di estate, ognuno aprirebbe piccoli cassetti nella propria mente tirandone fuori odori, immagini, colori e suoni. Quelle istantanee polverose delle nostre estati da bambino e adolescente, con tanto tempo libero, la casa dei nonni, gli amici del quartire, le vacanze nella casa al mare o al villaggio, magari l’Italia che nel frattempo gioca ai mondiali o agli europei.
Ci stupiremmo nel constatare quanti di noi – anche se a latitudini diverse e con età diverse – penserebbero agli stessi elementi per rappresentare lo stesso concetto: l’estate italiana.
Ho ricordi nitidi di estati perfette che non torneranno mai più ma che rivivono nei miei ricordi e in tanti piccoli dettagli che vivo ogni estate e che per me sono, semplicemente, estate.
La mia estate è formata esattamente da questi elementi:
- I costumi da mare asciugati al sole
- Il basilico
- I pomodori
- Il mango
- I colori del tramonto
- I vestiti leggeri
- I balconi fioriti
- Gli anziani seduti al bar
- Le mie birkenstock che odiano tutti
- I turisti
- Il gelato
- Gli occhiali da sole
- La birra fredda
- Il ventaglio
- L’anguria
- Il mare
- La sabbia in auto
- Il rumore della risacca
- L’aperetivo all’aperto
- L’odore del cocco
- I concerti
- Le ombre sui muri
- I braccialetti di cotone colorati
- L’odore della crema solare
- Le riviste da leggere sotto l’ombrellone
- Maschera e pinne
- I campi seccati dal sole che diventano dorati
- Le cicale che urlano
- I pomodori messi a seccare sui cestini di vimini
- Le notti stellate
- …
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